
FIORI
DAI
CANNONI
L’umanità o è intera o non è umanità
Noi crediamo negli essere umani.
Vogliamo stare dalla parte giusta della storia e dare il nostro contributo per salvare la loro vita.
AIUTACI ANCHE TU!

Voci dalla Palestina
Nata dalla missione di Another Coffee Stories – una “letteratura sinestetica sui diritti umani” che unisce narrazione e azione civile – la collana raccoglie e diffonde le voci palestinesi, boicottando la disumanizzazione.
La collana nasce dall’urgenza – ribadita dall’editrice Anna Giada Altomare – di “parlare quando sarebbe più comodo tacere”, offrendo ai lettori storie che resistono all’omologazione mediatica e restituiscono complessità a un popolo troppo spesso ridotto a cifra statistica. Qui la letteratura torna a essere “torcia, urgenza, lotta”, capace di fendere il frastuono dell’informazione e aprire varchi di ascolto autentico.
Il progetto editoriale si impegna – statuto alla mano – a destinare i proventi direttamente agli autori, trasformando l’atto di lettura in micro-azione solidale.
Alla cortese attenzione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e ai membri del Parlamento, del Senato, del Governo e della Magistratura della Repubblica italiana
Spettabili rappresentanti delle istituzioni dell’Ordinamento Italiano,
Noi,
Anna Giada Altomare, editrice di AnotherCoffeeStories
&
Lorenzo Bernasconi, editore de iSenzaTregua,
scriviamo oggi in quanto cittadini e in quanto professionisti della cultura. Pubblicare libri, per noi, significa farci interpreti del nostro tempo, custodi del linguaggio e seminatori di futuro attraverso le parole. È in virtù di questo ruolo culturale, ma anche profondamente civile, che sentiamo il dovere di rivolgerci a Voi.
Viviamo in un mondo attraversato da emergenze umanitarie tanto gravi da «mettere alla prova l’integrità delle istituzioni democratiche e i principi del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto umanitario.» (Human Rights Watch, World Report 2025)
Dopo il terribile attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, vediamo bambini sotto le macerie a Gaza, vediamo i civili morire tra le bombe in Israele e in Iran, vediamo i caduti nei campi di battaglia in Ucraina, ascoltiamo i racconti di donne, uomini e giovani che ogni giorno, in troppi paesi nel mondo, perdono tutto ciò che hanno – casa, sogni, dignità – in nome di una guerra che non hanno scelto.
Eppure, mentre queste tragedie si consumano, il linguaggio istituzionale continua troppo spesso a rifugiarsi in formule neutre, in dichiarazioni di principio e in silenzi.
Ma il tempo della cautela è finito.
Questo è il tempo del coraggio.
L’Italia, oggi, ha una possibilità storica: quella di non di essere uno Stato tra tanti, ma di diventare la voce europea che rompe il coro dell’abitudine, la Nazione che non teme di pronunciare parole chiare come “basta armi”, “basta complicità”, “basta deleghe in bianco al potere bellico”.
Noi editori viviamo immersi nelle parole. Sappiamo quanto siano potenti. Ma quando alle parole non seguono azioni, esse diventano ombre svuotate di senso.
E allora ci rivolgiamo a Voi con questa domanda, semplice e decisiva:
che tipo di Paese vogliamo essere?
Un Paese che alimenta la guerra attraverso l’invio di armi, l’appoggio incondizionato, l’assuefazione all’inevitabile; oppure un Paese che si alza in piedi, che guarda negli occhi la propria storia, che tutela le sue famiglie, i suoi figli, i suoi nipoti e sceglie di dire BASTA. Qui e ora, noi diciamo BASTA.
Sappiamo che non è semplice.
Non siamo ingenui, sappiamo che ci sono pressioni, equilibri geopolitici, trattati, vincoli da considerare. Ma sappiamo anche che in un eventuale terzo conflitto mondiale, già in atto, noi siamo destinati a essere polvere. Con forte necessità vi chiediamo quindi di mettere da parte gli interessi economici e di agire ora. Noi siamo disposti a trovare insieme a voi soluzioni.
Ora è il momento della coscienza.
Ora è il momento di tutelare l’umanità.
Ora è il momento per non diventare complici silenziosi di una fine che sarà anche la nostra e la vostra.
E se c’è un popolo che può farsi portavoce di pace è proprio il nostro. Perché sappiamo cosa significhi la guerra. L’abbiamo conosciuta. L’abbiamo raccontata. E oggi possiamo impedire che si ripeta, anche solo rifiutandoci di essere un anello della catena bellica.
Noi vi chiediamo, con rispetto, ma con urgenza: fate tutto ciò che è in vostro potere per impedire che l’Italia sia parte attiva – o passiva – di qualunque guerra.
Siate coraggiosi. Siate coerenti con l’articolo 11 della nostra Costituzione
«L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.»
Siate promotori di diplomazia, mediazione, cessate il fuoco, corridoi umanitari, tregue.
E, prima di tutto, non inviate più armi.
Non c’è arma che costruisca pace.
Non c’è bomba che generi vita.
La pace è il frutto di scelte difficili. Ma è anche l’unica scelta degna di essere fatta.
Noi continueremo a scrivere, a pubblicare, a raccogliere le voci di chi resiste con la parola, di chi costruisce ponti tra le culture, di chi educa al dubbio e all’ascolto, e lo faremo sempre e solo attraverso la parola, perché noi crediamo nel nostro Stato, e vogliamo ancora credere in un futuro da costruire insieme a Voi.
Abbiamo però anche bisogno di sapere che le Istituzioni italiane sono con noi, che non accettano l’orrore come normalità, che non si voltano dall’altra parte.
Oggi potete decidere che l’Italia non sia più solo spettatrice, ma attrice del cambiamento. Potete scegliere di essere un Governo Eccezionale, Nuovo, portatore di Valori. Potete scegliere che l’Italia diventi Paladina di Pace. Voce limpida nel rumore della guerra.
E se qualcuno dirà che è ormai inutile ricordiamogli che ogni passo verso la pace fa la differenza, e che non è mai troppo tardi.
Ogni voce che rompe il silenzio può essere la voce che cambia la storia dell’intera umanità.
Vorremmo far leggere questo ai nostri figli nei libri di scuola, di come un ordinamento coraggioso per primo abbia saputo prendere una posizione chiara e senza compromessi a favore della Pace, di come l’Italia, il nostro Paese, abbia cambiato la storia.
La nostra non è una lettera di dissenso politico, ma un appello per la salvezza del nostro Paese; la nostra è una dichiarazione di fede verso l’Italia, il suo ordinamento e la sua Costituzione, che siamo pronti a sostenere con tutti noi stessi per farla diventare Paladina di Pace.
Dio
Dio sorriderà dalle candide nubi
Quando nel mondo
Non ci saranno né ricchi né poveri,
Né oppressi né oppressori.
Dio sorriderà all’alba e al tramonto
Quando l’uomo aiuterà un altro uomo
E seminerà solo amore nel cuore dell’Universo.
Dio sorriderà da un arcobaleno
Quando crolleranno le barriere.
Dio sorriderà dalle vette innevate
Quando l’odio sparirà dall’umanità.
Dio sorriderà nei nostri cuori
Quando non ci saranno né vinti né vincitori,
Quando i cannoni taceranno
E dalle loro bocche spunteranno splendidi fiori.
E i soldati torneranno con un ramo d’ulivo
Alle loro case.
Dio sorriderà da un cielo trapuntato di stelle
Quando un uomo donerà una fragrante rosa
Alla sua amata.
Dio sorriderà all’aurora
Quando sentirà
Il pianto di un bambino appena nato.
Hafez Haidar
Professore, Ufficiale e Cavaliere della Repubblica italiana
Candidato al Premio Nobel per la Pace e la Letteratura.
Con rispetto, consapevolezza e responsabilità,
affinché la Cultura e la Politica tornino a camminare insieme per custodire ciò che conta davvero: la Vita.
Grazie,
gli editori, i librai e i lettori che hanno aderito al progetto fioridaicannoni.it
APPELLO PUBBLICO
Fiori dai cannoni: diritto allo studio, diritto alla vita.
Noi sottoscritti e sottoscritte, cittadini, docenti, studenti, operatori culturali e persone della società civile,
ci uniamo all’iniziativa “Fiori dai cannoni” promossa da Another Coffee Stories (ACS) in collaborazione con GazaStudentsBeyondBorders con il sostegno dell’avvocatessa Nanna e di una rete di attivisti, per chiedere al Governo italiano di intervenire con urgenza a tutela del diritto allo studio e alla vita degli studenti e delle studentesse di Gaza.
Premesso che:
Dal 5 agosto 2025 il progetto è stato presentato alla Camera dei Deputati dall’On. Gilda Sportiello, con la richiesta di riconoscere lo status di “emergenza educativa” e qualificare l’iniziativa come missione umanitaria urgente;
A Gaza non esistono più università, il diritto allo studio è negato e ogni persona è ridotta a bersaglio in un contesto di violenza genocidaria;
Grazie a una rete di collaborazioni accademiche, numerosi atenei italiani hanno già concesso borse di studio a ragazze e ragazzi palestinesi, ma circa cento studenti e studentesse rimangono bloccati nella Striscia sotto assedio;
La Costituzione italiana (artt. 33 e 34), la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (art. 14), la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (art. 26), nonché il diritto internazionale umanitario, sanciscono e tutelano il diritto universale all’istruzione e alla protezione della vita in contesto di guerra;
Il Governo italiano ha il potere, ai sensi dell’art. 25 del Reg. (CE) 810/2009, della IV Convenzione di Ginevra (art. 24) e della Direttiva 2001/55/CE, di rilasciare visti umanitari in deroga e di attivare misure straordinarie di protezione;
Con ordinanza del TAR Lazio del 5 giugno 2025 (n. 05482/2025 REG.RIC.), è stato già riconosciuto il dovere delle istituzioni a garantire misure concrete e tempestive;
Chiediamo che il Governo italiano:
- Attivi immediatamente un corridoio sicuro e protetto per l’evacuazione dalla Striscia di Gaza degli studenti vincitori di borse di studio e ammissioni formali presso le università italiane;
- Rilasci senza ulteriori ritardi i visti di emergenza educativa, in deroga alle procedure ordinarie e in conformità al diritto nazionale e internazionale;
- Qualifichi ufficialmente l’operazione come missione umanitaria a fini educativi, in coordinamento con il Ministero degli Esteri e le Ambasciate competenti;
- Garantisca il coordinamento operativo con i Rettori degli Atenei coinvolti, affinché gli studenti possano raggiungere l’Italia entro l’inizio del semestre accademico 2025–2026 e, comunque, entro il 15 settembre 2025.
Concludiamo ricordando che:
Il diritto allo studio è un diritto fondamentale, universale e irrinunciabile. Negarlo significa negare futuro, dignità e vita.
Per questo rivolgiamo un appello al Governo italiano, al Parlamento, alle istituzioni europee e alla società civile, affinché si attivino immediatamente.
Firma anche tu questo appello.









